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Cenando dal "Sapemore"

Dalle mie parti quando un piatto è particolarmente buono ed appetitoso lo si manifesta esclamando: "Oh com sapemore!" che potrebbe essere interpretato con un "oh com'è saporito!" ma il concetto che esprime va ben oltre, per farla facile si può dire che è la risposta molfettese allo slogan della Müller: Fate l'amore con il sapore, ebbene sì, quando diciamo "com sapemore" stiamo proprio facendo quello, infatti significa proprio che "sa di amore". 
E l'amore è tangibile in questo piccolo ristorantino, sito in via Cifariello a Molfetta in una delle zone più antiche della città, dal momento stesso in cui si varca la soglia. L'ambiente è piacevole, arredato con estro e grande inventiva, ho adorato i frammenti delle luminarie sparsi qua e là e la finestrella affacciata nella saletta con la cucina a semi vista. L'atmosfera intima ed aggiungerei romantica mette a proprio agio e rilassa invogliando la chiacchiera e l'appetito. Ci sono stata per la prima volta sabato scorso, carica di aspettative perché incuriosita dalle recensioni e dai commenti che ho letto sul Sapemore e che mi hanno raccontato di un incontro tra la cucina pugliese e quella greca. Appena entrata l'accoglienza è stata calorosa, lo staff è gentile, professionale e oserei premuroso. Avere un tavolo senza aspettare più di due minuti alle 21 del sabato sera è stato un vero colpo di fortuna quindi, consiglio di prenotare per evitare lunghe attese considerate le dimensioni non generose del posto.
Il menù presenta piatti ricercati ed inusuali che allettano il palato, non sono tantissimi quindi la scelta è relativamente semplice perché non bisogna fare su e giù per le pagine, cosa sempre molto gradita, esattamente come l'entrèe offerto dalla casa, in questo caso una classica focaccia pugliese molto saporita che ha ingannato l'attesa per il primo piatto.
La Feta al Forno mi ha stupita, non appena ho sollevato l'involucro di carta d'alluminio posto a coprire la cocotte un insieme di odori mi ha invasa, la cipolla, il pomodoro e l'origano hanno bilanciato perfettamente la forte sapidità della feta che è risultata molto meno friabile, quasi cremosa. Assaggiando in un sol boccone tutti gli ingredienti ho sentito un'esplosione di gusto inaspettata.
L'Arancino (fuori menù) farcito con pomodori secchi e provolone che mi ha riportata per un attimo nell'adorata Palermo, è stato eseguito perfettamente: giusta la dimensione, cotto a puntino il riso e ricco di gusto il ripieno, buono da leccarsi i baffi.
Piatto forte della serata: uno spiedino di Bombette, nella duplice versione di Cisternino e di Martina Franca (le prime impanate con del pan grattato aromatizzato, le seconde preparaet con il capocollo di Martina), accompagnato da una delle insalatine più buone che ho mai mangiato perché molto ben condita e con all'interno una nota croccante molto piacevole.
Che posso dire di più sulle bombette oltre al fatto che sono buonissime,  preparate con ingredienti di ottima qualità e cotte perfettamente.
A concludere questa cena meravigliosa un dolcino chiamato "Il nostro Salame di Cioccolato" che rivisita negli ingredienti la ricetta classica, è preparato con cioccolato Venchi 100%, farina di mandorle, nocciole, tarallo pugliese e whisky. Io l'ho adorato per via della sua consistenza complessa, la cremosità del cioccolato avvolge la croccantezza del tarallo mentre il gusto è rotondo ed intenso grazie alla componente alcolica, che ci sta tutta. Il Sapemore non è certo un ristorante classico, è quasi un posto "di nicchia", considerato il target della clientela più esigente e perfezionista, tuttavia con le sue proposte cerca di avvicinarsi alle necessità più disparate dei clienti, ad esempio ha in menù molte proposte vegane (che hanno incuriosito persino una carnivora come me) ed oltre al'ottimo cibo, vanta un'ampia selezione di vini e di birre. Da tenere d'occhio è la sua pagina Facebook in cui vengono pubblicizzati eventi e serate a tema di cucina enica da non perdere.
 

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